Il timilia, negli iblei spesso ancora noto con l’antico nome di tumminìa o grano marzuolo, è un grano antico di tipo duro e veniva coltivato in Sicilia già intorno al 1300, come testimoniano le cronache dell’epoca. Diffusissimo in buona parte dell’isola durante i secoli successivi, questa varietà continuò a sfamare il popolo siciliano almeno fino al periodo fascista in virtù della sua forte resistenza anche nei periodi di grande siccità.
E la sua farina, con pochissima acqua, permetteva e permette tuttora la produzione di un pane a pasta dura davvero fragrante e digeribile, ancora buono dopo diversi giorni. La farina di timilia, bianca o integrale, ha infatti un alto valore proteico e un ridotto contenuto di glutine; è ricca di sali minerali, fibre e vitamine, ed è perfetta per dar vita a numerose ricette, tra pani casarecci e focacce, che assumeranno una caratteristica colorazione scura e un profumo tostato con aromi di mandorla e malto.